
Tutto cambia velocemente, anche le formule che regolano i social. Ne è un esempio l’algoritmo di Facebook che, nel corso degli anni, ha subito una serie di evoluzioni che hanno portato le aziende a una continua ridefinizione delle strategie di marketing.
Prendiamo come riferimento alcuni dati. A fine 2020 le statistiche indicavano un 5,2% di reach, un dato inferiore al 5,5% del 2019 e al 7,7% del 2020. Un’evoluzione notevole, non c’è che dire. Stesso discorso per il tasso di coinvolgimento: il dato medio nel 2020 si attestava allo 0,25%, un valore che tendeva a decrescere in presenza di pagine con oltre 100.000 followers.
Cosa fare? Al giorno d’oggi si rende necessario strutturare piani di advertising, per migliorare le performance e raggiungere i propri obiettivi di business.
Facciamo un passo indietro.
Come funziona l’algoritmo di Facebook?
È a lui che dobbiamo la visualizzazione di ogni post, l’organizzazione della sezione notizie. È proprio l’algoritmo di Facebook a regolare ogni comportamento della piattaforma, assegnando un punteggio ai contenuti, in base agli interessi degli utenti e ad altre variabili.
Non è possibile conoscere tutti i dettagli in merito al suo funzionamento, sarebbe troppo facile! Quel che possiamo dire, partendo da alcuni rivelazioni fatte da Zuckerberg, è che l’obiettivo principale è far interagire le persone con il feed. Per questo motivo la piattaforma tende a premiare i post che hanno ottenuto i risultati migliori in termini di engagement.
Ma non si tratta di comportamenti statici. L’algoritmo – come abbiamo osservato in precedenza – varia in continuazione, modificando i suoi parametri per migliorare le performance in-app.
Riassumiamo brevemente i cambiamenti avvenuti dalla nascita della piattaforma.
Facebook 2004-2010
Nel 2004 nasce Facebook. Due anni dopo debutta il news feed. Nel 2007 viene rilasciato l’aggiornamento comprendente il tasto “Mi piace”. Nel 2009 l’algoritmo di Facebook ordina, per la prima volta, i post in ordine di rilevanza, spostandoli in cima al feed.
Facebook 2015-2018
Nel 2015 avviene la prima modifica significativa a livello di esperienza utente: vengono declassate le pagine che pubblicano un alto volume di post promozionali. Sempre nello stesso anno, Facebook offre agli utenti la possibilità di indicare quali post vogliono visualizzare per primi nel feed, modificando direttamente il comportamento della piattaforma.
Nel 2016 Facebook inserisce l’indicatore di tempo trascorso sulla piattaforma, che inizia a misurare le performance degli utenti, dei post e degli annunci pubblicitari, garantendo un valore ben specifico a ogni singolo contenuto. Da qui nasce l’importanza dei live streaming, contenuti in diretta video che ottengono circa il triplo delle visualizzazioni rispetto ai video normali.
Nel 2017 nascono le reactions, con Facebook che ne attribuisce un valore maggiore rispetto al singolo “Mi Piace”, a dimostrazione del fatto che gli utenti esprimono un’opinione ben precisa sul contenuto.
Nel gennaio 2018 Zuckerberg annuncia un ulteriore upgrade dell’algoritmo: maggior peso per i post che stimolano la conversazione. Un cambiamento sostanziale, precursore, che ha come scopo quello di migliorare la qualità del tempo speso sulla piattaforma.
Facebook 2019-2020
Analizziamo ora il 2019, con modifiche orientate a stimolare la creazione di video di qualità, di durata minima superiore al minuto. In parallelo, la piattaforma inizia a prediligere un feed notizie fatto a misura di famiglia, con predominanza di post provenienti da familiari e amici intimi.
Nel 2020, Zuckerberg dichiara pubblicamente guerra alle fake news. Ogni singolo post verrà attentamente valutato, per misurarne la credibilità.
Come funziona l’algoritmo di Facebook nel 2021
- Ecco, ora abbiamo una panoramica più chiara dell’evoluzione della piattaforma. Ma oggi dove ci troviamo? A inizio anno Facebook ha rilasciato nuove dichiarazioni sul funzionamento del suo algoritmo. In sintesi:
1. La piattaforma assegna un punteggio a ogni contenuto, in base alla sua classificazione, alla data di pubblicazione, ecc…
2. Vengono retrocessi i contenuti di poco interesse per gli utenti.
3. L’algoritmo organizza il feed di notizie in modo trasversale, per offrire alle persone contenuti variegati.
Un processo all’apparenza abbastanza chiaro, che però non illustra i 4 fattori di ranking principali della piattaforma, ovvero.
1. Relationship
Coltivare i contatti con cui si interagisce maggiormente
2. Content Type
La tipologia di contenuto più apprezzato (video, link, img…)
3. Popularity
Il numero di link/commenti che ottengono i tuoi post
4. Recency
I post più recenti vengono visualizzati per primi
5 consigli utili per migliorare le performance su Facebook
Quali sono i suggerimenti utili a coltivare la relazione con gli utenti? Eccone alcuni.
Coltiva le relazioni
Ogni singolo aggiornamento serve a generare valore. Per questo resta fondamentale il contatto diretto con le persone: rispondere alle loro domande, dare loro tutte le informazioni di cui hanno bisogno, in modo gentile e tempestivo.
👉 Un buon servizio di Community Management può fare la differenza tra una conversione e un mancato acquisto
Monitora le performance e comportati di conseguenza
Sfatiamo un mito: non esiste un orario perfetto in cui pubblicare. Solo monitorando le performance dei post, controllandone gli orari di pubblicazione, la tipologia di post, il contenuto, è possibile trarre informazioni utili.
👉 Ogni mercato ha le sue leggi, non resta che osservare e agire di conseguenza
Le stories di Facebook
Le stories di Facebook non vengono regolamentate dal suo algoritmo. Anche se non hanno ancora riscosso lo stesso successo di Instagram, sono molto efficaci nel guidare il traffico degli utenti. Secondo un recente studio, le persone dichiarano di preferire:
• Stories di semplice comprensione (52%)
• Anteprime di nuovi prodotti (50%)
• Suggerimenti o tips utili (46%)
👉 In pochi hanno osato. Vuoi essere uno dei primi?
Crea la tua community sfruttando i gruppi su Facebook
Il vantaggio di gestire un gruppo su Facebook è quello di poter entrare in contatto diretto con clienti, fan, stakeholder. Basta un po’ di cura, una corretta moderazione, un servizio di Community Management puntuale e – ovviamente – un’adeguata strategia di content marketing.
👉 Un luogo in cui instaurare una conversazione bidirezionale, meno ingessata, con al centro le relazioni
Il potere dell’advertising
I continui aggiornamenti dell’algoritmo e la riduzione della reach organica, "obbligano" le aziende ad affiancare i post organici con campagne di sponsorizzazione strutturate. Le nuove modifiche non consentono più di ottenere risultati soddisfacenti utilizzando il piano organico.
👉 Però, niente paura. Un investimento in adv stimola connessioni emotive che portano alla fidelizzazione della clientela? Tradotto? Nuovi acquisti 😄
Per tutto questo (e per tanto altro ancora), affidarsi a un team esperto è necessario. No, non è meglio: è proprio necessario 😉